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- John Mayer Trio - Try [Flac Cue][TntVillage] -


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Categoria bittorrent Musica
Descrizione


Artist...............: John Mayer Trio
Album................: TRY!
Genre................: Rock
Source...............: CD
Year.................: 2005
Ripper...............: EAC (Secure mode) / LAME 3.92 & Acer CD-R/RW 8X4X32
Codec................: Free Lossless Audio Codec (FLAC)
Version..............: reference libFLAC 1.2.1 20070917
Quality..............: Lossless, (avg. compression: 63 %)
Channels.............: Stereo / 44100 HZ / 16 Bit
Tags.................: VorbisComment
Information..........: TntVillage

Ripped by............: leonenero on 05/12/2013
Posted by............: leonenero on 06/12/2013
News Server..........: news.astraweb.com
News Group(s)........: alt.binaries.sounds.flac.full_TntVillage

Included.............: NFO, M3U, LOG, CUE
Covers...............: Front Back CD

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                      Tracklisting
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1. "Who Did You Think I Was" - 3:09
2. "Good Love Is on the Way" - 4:50
3. "Wait Until Tomorrow" - 4:14
4. "Gravity" - 5:49
5. "Vultures" - 5:19
6. "Out of My Mind" - 7:39
7. "Another Kind of Green" - 4:39
8. "I Got a Woman" - 7:40
9. "Something's Missing" - 6:56
10. "Daughters" - 6:14
11. "Try" - 6:52

Playing Time.........: 01.03.26
Total Size...........: 396,54 MB

Novembre 2005: Dopo due anni di silenzio discografico ma di intensa attività live con una tournée che l'ha portato a girare un po' tutto il mondo, John viene invitato ad una raccolta fondi televisiva per le vittime dello tsunami. Per l'occasione, gli propongono di suonare con il batterista Steve Jordan (Bruce Springsteen, The Rolling Stones, Eric Clapton, B.B. King e John Scofield solo per citare alcuni artisti con cui Jordan ha collaborato). I due, che si erano già incontrati in passato durante alcune sessions, devono decidere chi ingaggiare al basso e Steve propone Pino Palladino (The Who, Tears for Fears, Clapton, Elton John, Jeff Beck e il nostro Pino Daniele). I tre suonano allo Tsunami Aid Benefit, si accorgono che c'è del feeling e questo feeling stimola la vena creativa di Mayer, che scrive alcuni nuovi brani per il neo-fondato John Mayer Trio.
Il trio parte per un tour negli States (in parte con i Rolling Stones): dalla performance alla House of Blues di Chicago è tratto l'album live "Try!", composto da 11 canzoni che hanno poco a che vedere con il Mayer che ricordavamo. Chi di noi lo conosceva abbastanza bene e aveva già ascoltato alcune sue registrazioni live, sapeva che in John scorreva del sangue blues e jazz, come lui stesso spiegava, raccontando di aver cominciato a suonare la chitarra dopo ascolti come Hendrix, Steve Ray Vaughan e Sting. Ma molti pensavano, critica in primis, che l'anima acustica che ha dato l'imprimatur ai suoi lavori, fin dagli esordi, fosse ciò che meglio lo rappresentasse. Tutti noi pensavamo che il vero John Mayer facesse bella mostra di sé in canzoni come "Comfortable", "St. Patrick's Day", "My stupid mouth", "No such thing", e che i virtuosismi di "Neon" e le influenze blues che dimostrava nella scelta delle cover che proponeva live ("The wind cries Mary" di Hendrix, per esempio) fossero piccole finestre utilizzate per dimostrarci che le sue abilità chitarristiche andavano "oltre" e venivano da "lontano".

E invece no. Dopo questa sua ultima fatica, dobbiamo ricrederci. L'album è un tributo al blues e alla chitarra elettrica e registra alcune delle più belle invenzioni di Mayer e due covers, nonché un suo lunghissimo "sfogo" chitarristico in cui ci mostra tutte le sue qualità tecniche o semplicemente espressive.

Gli appassionati si chiedono: "Ma allora John Mayer chi è veramente? Questo o quello di prima?"

John sembra chiedercelo a sua volta, aprendo con "Who did you think I was?", il primo "più" dell'album, basata su un riff indiavolato e percussioni roboanti. Il volume si placa ma non il ritmo, con una ballata che mantiene sonorità grasse, "Good love is on the way". Ma è una finta; John riprende questa volta funambolando tra blues e funky in "Wait untill tomorrow" (Jimi Hendrix). Ad ogni canzone corrisponde un assolo che si protrae per minuti, come in un video dell'intero concerto che ho avuto la fortuna di scaricare. Ci tornano in mente i lenti dei primi tempi con "Gravity", uno dei brani che hanno riscosso più successo oltreoceano: ricorda la lirica di "Man on the side", cover storica nelle corde di Mayer, o di "Quiet". Ritorna il blues/funky, con ritornello cantato addirittura in falsetto in "Vultures", con richiami a Prince (o come si chiama adesso!?), seguito da un blues in piena regola, con testo ermetico e tempo lentissimo, "Out of my mind" firmato Mayer, in cui il songwriter del Connecticut, cresciuto musicalmente ad Atlanta, fa rispondere la sua chitarra alla sua voce, in un'eco continuo tra parole e note, ovviamente in rigorosa improvvisazione, come il 90% di tutto il live.

Mayer risulta quasi mai monotono e mai sopra le righe, non eccede, non storpia, ci fa ascoltare tutti i suoi licks preferiti, con estrema pulizia, come se li avesse suonati in anni e anni di serate fumose nei locali del sud, nel bacino del Mississippi. I suoi soli 27 anni non vengono mai rivelati e traditi insomma: crede estremamente in quello che sta facendo, come se fosse ciò che ha sempre desiderato. Certo, a parte il "picco" di "Out of my mind", Mayer non si addentrerà più così profondamente nell'atmosfera blues più malinconica, anzi, chiusa "la parentesi" riprende con un suo "classico" mai pubblicato, "Another kind of green" (altro "più", brano che sembra sia stato rubato al suo secondo album "Room for squares", una figlia meticcia di "Neon" e "Great Indoors", che rappresenta più fedelmente il tipo di testo e sonorità mayeriane a cui eravamo abituati.

Il Trio si scalda sempre di più: le linee di basso s'incastrano alla grancassa come se Palladino e Jordan avessero suonato per anni assieme e arriva la divertente cover di "I got a woman" (Ray Charles), in cui Steve si sfoga, mentre il bassista è messo un po' in disparte sul palco, come durante un po' tutto il concerto, poiché il dialogo continuo avviene tra John e Steve, che sembrano spassarsela un mondo!

Naturalmente tutto il cd è accompagnato da urla e applausi del pubblico, che viene invitato a collaborare a "Something's missing": Mayer conclude dunque con due dei suoi più recenti brani e qui non c'è nulla di nuovo o notabile, anche in "Daughters", dove si alzano i cori. Il tutto farcito da improvvisazioni e assoli che, in questi due casi, possono sembrare più che altro frasi fuori dal contesto.

Il Trio chiude con la title track "Try" con cui si ritorna agli intraprendenti e coinvolgenti riffs iniziali e alla batteria esagitata, che si concludono con un lunghissimo "ad libitum" di virtuosismi dei tre strumenti. La Fender Strato nera con la scritta "Try!" saluta!

Tutto è chiaro ora: prima John Mayer ci domanda "Chi pensavate che fossi?" un po' provocatoriamente, un po' retoricamente, poi ci dice "Beh, c'ho provato! Se ho toppato, perdonatemi!"

In conclusione, abbiamo ascoltato un'ora di buona musica, sentita, intensa, amata ed eseguita da tre grandi professionisti-artisti, che scivola via tutto sommato facilmente, anche per i non affezionati al genere, in cui John Mayer è stato protagonista e un po' esibizionista. Certo, i puristi non apprezzeranno questo lavoro, che potrebbe essere considerato, vista la tracklist, né carne né pesce. In Internet le recensioni negative ribadiscono che questo non è blues: il parere di chi scrive è che l'intento dei tre non era dichiaratamente quello di fare del blues, anche se forse qualcuno legittimamente se lo aspettava. Mayer non è un bluesman, a cominciare dalla sua carente voce per quanto riguarda questo genere, precisa e amabile, come un vino bianco, nulla a che vedere con il lambrusco che può ispirare Zucchero o qualche altro mito blues americano. Mayer ci mette del suo, si sporca, ma mantiene pur sempre un'ispirazione pop, anzi, soul a mio dire, nella voce.

Molti lo hanno sempre paragonato a Dave Matthews, John Mayer stesso dice di ispirarsi al vero "alternativo" della scena rock mondiale, ma è ovvio che siamo all'ultimo capitolo della saga di questi paragoni: Dave Matthews ha da invidiare l'abilità chitarristica e la varietà artistica di Mayer almeno quanto Mayer invidia all'altro la ricchezza dei contenuti e dell'entourage. Per quanto riguarda le voci, quella di Matthews è nasale mentre quella di Mayer è soffiata. Punto.

Resta irrisolta la questione iniziale: chi è John Mayer?

Ebbene, i più smaliziati l'han capito che Mayer è probabilmente un ragazzo furbo: due cd pop di successo per aprirsi la strada, da percorrere però con uno stile ed una firma diversa, con qualcosa di "più suo". O, più semplicemente, un personaggio dalle varie sfaccettature e interessi: chissà perché, però, non ci si sente traditi dal viraggio di Mayer come invece da quello della DMB negli ultimi cd… probabilmente perché quella di Mayer sembra una genuina (e pericolosa) parentesi, alla luce della quale i suoi antichi lavori non sembrano perdere caratura o credibilità, sebbene appaia chiaro che questo è il punto di maggior spessore espresso, non solo per le sonorità più mature e "blasonate", ma anche per l'abilità tecnica esposta, che tuttavia, anche in questo caso, viene messa a semplice servizio dell'espressione. Mayer non è un virtuoso senza scopo, o con l'unico fine d'impressionare: a testimoniare questa filosofia, il fatto che tale abilità sia stata per lo più "nascosta" nei precedenti lavori. Ma, lasciatemi dire, siamo di fronte a uno dei futuri mostri sacri della chitarra e in America i grandi l'han già compreso e già invitato a duettare con loro in varie occasioni, primo fra tutti Clapton.

Ritornando al suo curriculum, l'ultimo lavoro aiuta semmai a rileggere il suo passato in maniera più accurata, senza ammucchiare il suo nome con altri cosiddetti "talenti emergenti", solo meteore del mondo musicale probabilmente, come Jason Mraz, Ryan Adams o Howie Day.

Mayer ha debuttato unplugged, ha continuato abbracciando sempre l'acustica, poi ha registrato un terzo cd più "british", ora siamo al blues, probabilmente lo stile a lui più congeniale…il dubbio su quali siano le vere e sincere attitudini del ragazzo verrà definitivamente svelato (forse) con il suo futuro
Buon ascolto.
Info: Per scaricare devi usare un client come uTorrent o Transmission
AnnounceURL
http://tracker.tntvillage.scambioetico.org:2710/announce
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Peers seeds: 19 , leech: 2
Size 396.81 MB
Completato 589x
Aggiunto 07.12.13 - 15:12:09
Uploader   leonenero
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